Doppio appuntamento con l’arte martedì 18 e martedì 25 febbraio alle ore 21. due incontri organizzati dalla Biblioteca di Lesa in collaborazione con Terra di Confine per far conoscere a tutti due figure fondamentali dell’arte, Artemisia Gentileschi e Gustav Klimt.

Nel primo incontro, “Artemisia Gentileschi: quando l’arte sconvolge la vita”, Sonia Martelli vi farà scoprire la straordinaria vicenda artistica e personale di una delle pochissime donne riuscite a far valere il proprio talento in un’epoca come quella del ‘600, in cui la professione di artista era riservata per tradizione agli uomini. Artemisia, figlia del pittore Orazio Gentileschi, a cui era molto legata, visse la sua gioventù a Roma dove ebbe modo di vedere le opere di Caravaggio, che influenzarono molto il suo stile. Costretta a lasciare Roma in seguito allo scandalo derivato dal lungo processo per stupro che vide colpevole un fidato amico del padre, si trasferì lontano dalla famiglia a Firenze, dove vide riconosciuto appieno il suo talento e poté maturare il suo stile: un insieme di luci ed ombre caravaggesche unite ad una sensualità tutta femminile. La sua fama continuò a crescere ma la sua vita personale continuò ad essere turbolenta, in un’intricata storia di passioni e misteri generò capolavori come la sua “Giuditta e Oloferne”, diventata un’immagine tra le più celebri della storia dell’arte. Artemisia stessa divenne un’icona per il mondo femminista dagli anni ’70 del secolo scorso. Ma Artemisia, come scoprirete, ha una storia molto più complessa ancora da raccontare….

Il secondo incontro, “L’universo di Gustav Klimt. Il dolce suono della seduzione”, è invece dedicato ad un grande maestro della Modernità e sarà spiegato da Andrea Dho.

La carriera artistica di Klimt coincide storicamente con la Secessione Viennese, cioè l’insieme dei movimenti artistici nati a fine ’800 tra Germania ed Austria, che avevano come obiettivo la creazione di uno stile che si distaccasse da quello accademico. Klimt fu un personaggio emblematico di questo momento storico di grande fervore e sviluppò uno stile pittorico personale che ancora oggi lo distingue e lo rende immediatamente riconoscibile grazie alla presenza di simboli e allegorie, figure femminili seducenti ed elementi derivati dalle decorazioni art nouveau e certamente anche dall’influsso del padre orafo (come l’uso della foglia oro). Nonostante la cornice pittorica in cui vengono posti i suoi ritratti renda le figure distaccate, ricordando i mosaici bizantini, Klimt riesce a generare un’atmosfera di tensione tra l’osservatore e le donne raffigurate, aspetto che non fa che aumentare il particolare fascino delle sue figure. “Il dolce suono della seduzione” ci porta subito con l’immaginazione ad alcune delle opere più famose, come il Bacio, la Giuditta o la Danae, ritratti di sensualità e dolcezza, che tendono spesso verso l’erotismo. Tuttavia, Klimt non si limita a raffigurare giovani donne nel pieno della bellezza (spesso sue amanti), ma coglie tutte le forme della femminilità, dalla gravidanza alla vecchiaia.

In giorni come questi, in cui tanto si discute sul futuro dell’insegnamento della Storia dell’Arte nelle scuole, ben vengano iniziative come questa che testimoniano lo sforzo di chi ancora crede nell’educazione alla Bellezza e al suo potere positivo sulle corde dell’animo umano.

Gentileschi Artemisia

In home “Il Bacio” di Gustav Klimt, qui sopra “Giuditta e Oloferne” di Artemisia Gentileschi

 

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