Venerdì 29 ottobre una trentina di soci si sono trovati letteralmente “intorno a un tavolo” al Circolo di Tapigliano per condividere una ottima (e abbondante) cena, preparata da Lorenzo e Romina, ma anche per ascoltare il prof. Luca Marini, socio del circolo, che ha cercato di rispondere alla domanda “Che cos’è la bioetica?”. Marini, docente di Diritto Comunitario e Internazionale alla Sapienza di Roma, è vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica.


“La Bioetica, spiega, come etica delle scienze della vita, è chiamata a studiare i problemi legati alle nuove tecnologie, in particolare le bio-tecnologie”. O meglio, nella tesi del relatore, “sarebbe chiamata”: infatti sostiene che in Italia la contrapposizione politica e ideologica avrebbe polarizzato la Bioetica solamente sui temi dell’inizio vita (statuto dell’embriore, cellule staminali) e del fine vita (eutanasia), e questo prettamente per motivi di visibilità politica, come durante il referendum sulla Legge 40 del 2005 sulla procreazione medicalmente assistita o per il caso Welby (2006) o Englaro (2009). Questa radicalizzazione – sostiene sempre Marini – porterebbe a non affrontare i veri “temi emergenti” come le nanotecnologie, le neuroscienze, gli OGM (di cui in Italia si parla ma solo “in modo politico”). Una posizione critica, quindi, su come viene trattata la bioetica in Italia, cioè come semplice contrapposizione dove non è possibile alcun dialogo. Se da un certo punto di vista questo è sicuramente un contributo apprezzabile, sembra invece meno condivisibile, da un punto di vista cattolico, l’invito ad aprirsi al confronto su alcune questioni certamente non “negoziabili” come lo statuto dell’embrione. Pienamente condivisibile, invece, l’attacco alla strumentalizzazione che la politica fa dei temi bioetici, solamente per andare a “caccia di consensi” e non per approfondire e risolvere le questioni

 

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