Sono passati sessantasei anni dal tragico episodio di rappresaglia nazista, eppure mai come oggi gli orrori della guerra ci appaiono così attuali. La fucilazione di dieci giovani (due ragazzi di appena diciassette anni, due di diciotto, uno di diciannove, quattro tra i ventidue e i ventiquattro anni ed uno solo di trent’anni compiuti) avvenuta il 24 marzo 1945 – Domenica delle Palme …

quale rappresaglia per la morte di un soldato tedesco, è stata ricordata anche quest’anno a Solcio, sabato 26 marzo, alla presenza del sindaco di Lesa Roberto Grignoli, di altri sindaci e autorità comunali locali, del vice presidente della Provincia di Novara Luca Bona, del vice presidente della Casa della Resistanza Paolo Cattaneo, dell’ANPI, degli alunni della scuola secondaria di primo grado, di don Michele Ingegnoli e don Massimo Galbiati e di singoli cittadini.

Ha aperto la celebrazione, come di consueto, il sindaco Grignoli, che ha voluto ringraziare tutti i presenti, ma in particolare i ragazzi delle scuole che, con la loro presenza, testimoniano ogni anno l’impegno della comunità di Lesa a ricordare un episodio cosi tragico della sua storia. Il sindaco ha ripetuto ad uno ad uno i nomi dei dieci giovani trucidati – a cui si deve aggiungere il giovane di Firenze fucilato il giorno prima a Belgirate – ed il loro paese di origine. Quindi Paolo Cattaneo, con un discorso chiaro e semplice, ha ricordato il tragico episodio, narrato nell’opuscolo “Un paese sul lago”. Nel discorso di Cattaneo, l’esaltazione dei valori fondamentali dell’umanità quale la libertà, bene prezioso di cui spesso ci si dimentica e torna alla mente solo quando la si perde. Libertà anche come principio ispiratore della nostra costituzione, frutto della sanguinosa Resistenza di tanti italiani, tra cui proprio i martiri di Solcio. Un vero massacro come tanti altri compiuti durante la guerra, da qui l’importanza della memoria poichè, com’è stato detto, un paese senza memoria è un paese senza anima e genera mostri. Di fronte alla morte, tutti gli esseri umani sono uguali, ma non bisogna mai confondere chi è morto per la libertà con chi, invece, stava dalla parte sbagliata. L’invito anche agli amministratori, a fondare il proprio lavoro sull’obiettivo del raggiungimento del bene comune e non di pochi. Un monito rivolto ai giovani, affichè non si arrendano mai di fronte alle difficoltà della vita, facendo sempre memoria del massacro, ha infine concluso l’intervento di Cattaneo. Quindi, alcuni alunni della scuola secondaria di primo grado di Lesa, con canti, musica e poesia, hanno sottolineato la tragicità della guerra, non solo passata, ma anche quella dei nostri giorni, che toglie libertà, diritti e dignità agli uomini più poveri della nostra terra. Una riflessione personale è stata invece inevitabile durante il percorso al cippo in memoria dei caduti e durante il suono del silenzio e dell’Inno di Mameli, intonati dal corpo bandistico “La Volpina” di Lesa: la morte di tante persone in passato ed ancora oggi avviene perchè l’uomo combatte esclusivamente per degli ideali, siano essi di qualsiasi natura politica o religiosa. Solo operando per un confronto, riconoscendo al centro dell’universo l’uomo e l’amore verso il prossimo si può vincere la guerra e la sua infamia. Per questo la memoria di oggi non deve essere solo un ricordo, ma vuol dire anche ragionare affinchè quello che è accaduto sessantasei anni fa a Solcio non debba ripetersi mai più.

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