Un tema difficile e poco conosciuto, quello affrontato quest’anno dall’associazione “Insieme si può-Vergante” in occasione dell’8 marzo: la condizione della donna nelle carceri femminili.
Domenica 10 marzo, nel tendone di Casa della Gioventù a Massino Visconti, hanno parlato di fronte a un grande pubblico (non esclusivamente femminile) Davide Pisapia, direttore del carcere di Vigevano e Patrizio Gusella, docente di corsi di formazione nell’istituto penitenziario, esponendo problematiche ma anche soluzioni che vivono per loro diretta esperienza nella sezione femminile della prigione.
Circa 510 detenuti si trovano nel penitenziario di Vigevano, cento in più della cosiddetta “capienza tollerabile”, ovvero del numero di persone massimo per avere condizioni sopportabili. Di questi, 90 sono donne, a loro volta divise tra detenute ad alta sicurezza e a media sicurezza.
La distinzione è dovuta al tipo di crimine commesso, in associazione a delinquere nel primo caso, per reati comuni nel secondo.
Del personale fanno poi parte, oltre le 200 guardie, anche medici e psicologi che provvedono alla salute fisica e mentale e alla rieducazione dei condannati.
<<La detenzione femminile ha caratteristiche diverse rispetto a quella maschile, così come è differente l’impatto del carcere sulle donne rispetto a quello sugli uomini>> ha spiegato ai presenti Pisapia, mettendo in evidenza come << il reato che le donne commettono molto spesso ha un legame con un uomo>>.
Doppio è quindi il taglio che la carcerazione impone alle donne, quello con l’uomo a cui è collegato il crimine e quello con gli affetti. <<La donna, poi, – continua il direttore – ha maggiori difficoltà perché si trova in un contesto pensato con logiche e dinamiche al maschile, come quelle del potere, della subordinazione, del comando>>.
Un altro elemento di rilievo è il rapporto delle madri detenute con i figli: la legge tutela questo legame nei limiti del possibile, e cerca di limitare la permanenza dei bambini in carcere. Il direttore ha portato a esempio i penitenziari di Como, che ha una struttura che può accogliere le madri con i loro bambini fino ai 3 anni, e l’IMAC di Milano, dove si è pensato a uno spazio senza sbarre e con le guardie in borghese, per rendere meno traumatico l’impatto sui minori.
Anche il carcere di Vigevano, ha raccontato il direttore, sta pensando a uno spazio per mamme e bambini su questo modello e all’educazione delle guardie preposte ad accompagnare minori, perché stabiliscano con loro un rapporto umano. Per l’estate si pensa anche a un’area verde con giostre e giochi.
Il carcere di Vigevano organizza anche due giornate dedicate al fanciullo, in cui volontari e alcuni detenuti intrattengono mamme e bambini che possono così passare una giornata al di fuori dei rigidi schemi del penitenziario.
A intervenire nella serata è stata anche la moglie di Pisapia, che ha seguito per due anni una sezione femminile della prigione. La dottoressa ha in particolare illustrato l’attività del laboratorio di sartoria del carcere, che ha creato uno stock di borse con materiale riciclato, cappelli e vestiti dimostrando abilità e fantasia.
<<Una attività di distruzione e di creazione non solo di oggetti, ma anche della personalità stessa delle donne – ha detto la dottoressa – che hanno così l’opportunità di nascere una seconda volta>>.
L’ultimo a portare la propria testimonianza è stato Patrizio Gusella, che ha seguito un progetto di manutenzione del carcere a opera delle detenute.
<<Non è stato facile creare gruppi di lavoro con le donne, perché sono più propense a chiacchierare tra di loro e a contestare quanto viene loro detto>> ha raccontato Gusella, << però il corso di formazione dopo le prime difficoltà ha dato ottimi risultati. Il progetto ha portato alla sistemazione di 25 celle, che sono state ritinteggiate e decorate. I detenuti ottengono, alla fine dei corsi di formazione, diplomi anonimi che permettono loro di trovare lavoro una volta usciti.
Il 77% dei detenuti che escono dal carcere e trovano lavoro non tornando più a delinquere>>.
Dopo la conferenza, un lauto rinfresco per tutti, con la tradizionale pasta e fagioli e la torta Mimosa, oltre che mazzetti dei gialli fiori profumati per tutte le donne.
Il ricavato delle offerte raccolte durante la giornata verrà devoluto per i futuri progetti dedicati alle donne.