di Mario Rossi
Al trentesimo appuntamento appena concluso, quello dal 16 al 19 luglio, si può ormai davvero parlare di tradizione per la festa alpina del gruppo di Massino Visconti. Le Penne Nere ci hanno offerto simboli, valori, ricordi più che mai d’attualità anche oggi quando l’impegno civile, la solidarietà e il volontariato sono divenuti le linee guida delle loro attività, svolte tutte con entusiasmo, sempre all’insegna dell’amicizia e dell’allegria.
E proprio l’amicizia e l’allegria sono state le componenti dominanti nelle quattro serate di festeggiamenti, dove si è cenato, cantato, brindato, suonato e ballato sotto il tendone in compagnia dei numerosi Alpini arrivati da fuori in un abituale cameratesco scambio d’inviti, ma anche con la calorosa partecipazione dei moltissimi immancabili simpatizzanti che non si lasciano mai sfuggire l’opportunità di trascorrere una bella serata estiva alla “cantina alpina” di Massino.
È stata però la mattinata di domenica a connotare l’intera manifestazione evidenziandone i motivi ispiratori e i contenuti di maggior rilievo. L’ammassamento in piazza Vittorio Veneto ha dato il via al consueto cordiale incontro con la popolazione, le delegazioni dei vari gruppi ed anche con la “Bandella del lago Maggiore”, di recente costituzione ma con un attivo di alcune uscite, che lungo il tragitto aveva già raccolto l’applauso degli ospiti alla casa di riposo comunale.
Poi tutti si sono poi diretti in corteo verso la chiesa parrocchiale con il grande vessillo tricolore sorretto da Alpini e volontari della Protezione civile comunale, i gonfaloni dei comuni, lo stendardo dei volontari dell’ambulanza del Vergante e i numerosi gagliardetti alpini.
Nel corso della Messa celebrata da don Marco Rondonotti, come già in altre commemorazioni svoltesi nel territorio della diocesi, è stato ricordato mons. Aldo Del Monte a cinque anni dalla sua scomparsa. Don Marco, il sindaco Airoldi e Mariella Enoc ne hanno delineato la grande ed indimenticabile figura e la ricchezza di fede, umanità, pensiero e insegnamento che hanno caratterizzato il suo ministero e l’intera sua esistenza. Così anche gli Alpini che con il segretario del gruppo massinese, Pierangelo Ragazzoni, hanno voluto rendere onore al loro eroico cappellano nella tragica campagna di Russia e al vescovo che ha trascorso al San Salvatore di Massino gli ultimi quindici anni della sua vita.
Nell’unanime omaggio al vescovo Del Monte, erano presenti con i gagliardetti le delegazioni dei gruppi alpini di Montù Beccaria (comune originario di mons. Del Monte), Miasino, Nebbiuno, Lesa-Solcio, Belgirate, Arona, Brolo, Stresa, Gignese, Brovello, Baveno, Someraro, Mercurago, oltre naturalmente a Massino Visconti, ed ancora, l’amministrazione provinciale di Novara con il vicepresidente Luca Bona, i comuni di Montù Beccaria, Lesa, Gignese, Gargallo, Orta, Stresa, Nebbiuno, Belgirate, Invorio, Arona, Massino Visconti, con i sindaci o i gonfaloni.
Al monumento ai caduti di tutte le guerre, si è quindi tenuta la cerimonia civile e religiosa con l’alzabandiera, la deposizione della corona d’alloro e dei fiori e la benedizione, seguita da quella, all’interno del cimitero, alla cappella funeraria, dove sono sepolti o ricordati i parroci e i religiosi massinesi. Recentemente la cappella, di proprietà comunale, è stata oggetto di un necessario quanto lodevole intervento di restauro compiuto dagli Alpini del gruppo massinese che hanno provveduto anche alla nuova sistemazione delle lapidi.
Al ritmo impartito dalla “Bandella del lago Maggiore”, la sfilata è ripresa lungo il paese addobbato con il tricolore fino al tendone di Cagiò per il tradizionale pranzo d’onore, non senza una breve sosta e un saluto davanti all’abitazione di Marco Lucchini, classe 1920 e alpino in Jugoslavia, che non manca mai di assistere alla sfilata indossando il suo vecchio cappello con la penna nera.