Domenica 30 settembre i giovani del Vergante hanno vissuto la loro VI Fiaccolata, occasione per salutare definitivamente il tempo estivo ma ancora di più per iniziare con decisione e grinta l’intero anno che ricomincia con la scuola, il lavoro e gli appuntamenti pastorali. La pioggia che ha caratterizzato tutto il fine settimana non ha consentito ai giovani di correre, ma non ha impedito agli stessi di compiere il tragitto della Fiaccolata per incontrare, secondo l’orario previsto dal programma, tutte le comunità pronte a fare festa.
Con l’arrivo della fiaccola in Cagiò a Massino, intorno alle ore 18, la giornata si è conclusa con la Santa Messa presieduta da don Mattia Airoldi e concelebrata da don Nur, don Giorgio, don Massimo e don Marco. L’Eucarestia celebrata è il momento in cui e’ stato possibile salutare don Mattia, ringraziarlo per i suoi tre anni di ministero svolti tra noi,e che lo hanno visto impegnato soprattutto nel settore dei media e della comunicazione, così come nel seguire la catechesi dei bambini frequentanti la scuola primaria.
Ecco come don Mattia ha “commentato a caldo” la giornata di domenica: «Come sempre la parola più grande da dire nell’occasione di un saluto, è la parola “grazie” seguita da un lungo elenco che, come tutti gli elenchi, non arrivano mai a comprendere tutto e tutti. Dopo più di un mese di assenza, tornando domenica scorsa sul Vergante, davvero mi sono accorto che tutte le comunità sono state per me “casa”.
Non prometto di “ricordare”, perché i ricordi riguardano il passato e alla fine si possono confondere, affievolire, anche perdere. Sicuramente prometto di vivere sapendo che le relazioni che si sono formate sul Vergante continuano ad esserci, sia di coloro che ho conosciuto bene e ho frequentato tanto, sia magari di quelle persone che magari ho conosciuto poco oppure ho incontrato solo qualche volta. Ripensando a tutto, chiedo scusa per le volte in cui avrei potuto fare di più o quando ho fatto emergere i limiti del mio carattere.
Mi è capitato durante la fiaccolata, senza fiaccola ma ugualmente molto bella nei passaggi per le varie comunità, di incontrare qualche persona che mi ha ringraziato per cose specifiche: una parola detta, l’ascolto di uno sfogo, una confessione in un momento particolare della vita, un’attività svolta insieme. Non di tutto – chi mi conosce non si stupirà – mi sono ricordato bene a che cosa ci si riferisse. Questo, però, mi ha colpito anche di più: è davvero il Signore che opera quando accadono cose belle o si pone rimedio a qualcosa di difficile. E non è una frase fatta, ma un qualcosa che si sperimenta nella vita. Se qualcosa di bello è successo sul Vergante mentre ero lì, allora ringraziamo il Signore».
Il saluto ed il grazie a don Mattia ha lasciato spazio anche a un altro saluto, quello di benvenuto, a don Nur Nassar il neo sacerdote trentaduenne ordinato lo scorso giugno da Mons. Brambilla. Don Nur che ha prestato servizio in questi mesi estivi nelle nostre comunità, rimarrà a svolgere il suo ministero sacerdotale occupandosi principalmente di tutta la Pastorale Giovanile.
Queste le parole con cui ha voluto condividere l’entusiasmo di intraprendere questo nuovo cammino con noi:
«Salendo a Gignese, per una delle mie prime messe nell’Unità Pastorale del Vergante, ho incontrato il Vescovo che si è sincerato che fossi felice della destinazione estiva in un luogo tanto incantevole, aggiungendo poi che ci saremmo sentiti per la mia destinazione definitiva in settembre. Certamente grato di trovarmi su questo balcone meraviglioso, ed essendo stato ben accolto da tante persone ho risposto, scherzosamente, a monsignor Brambilla che anche se mi avessero dimenticato qui non mi sarei certo offeso. Il Vescovo non si è certo dimenticato, confermandomi però proprio qui, a vicario del Vergante. Oltre allo stupore dello scoprirsi ogni momento dentro ad una cartolina, alla bellezza, in questi primissimi mesi ho scoperto che qui c’è anche un sogno di tante persone riassumibile nella parola “Insieme”. Forse questa parola non ha per tutti lo stesso peso, ma mi accorgo che per tanti è un sogno che desiderano costruire. Per alcuni è cammino verso l“unità”, per altri verso la “Comunione”, ma comunque è un traguardo verso cui camminare con progetti vari e impegno concreto cercando piano, piano di far maturare una coscienza di unità. Quanti segni di un cammino che il Vergante ha già fatto ho incontrato: nell’incontro Eucaristico incontrando spesso persone impegnate nell’animazione e nella partecipazione anche in chiese che non sono immediatamente la loro, nel salire in montagna stretti nel ricordo vivo di Lorenzo, nel grest e nei campi scuola con ragazzi di tanti paesi differenti, nel trovarsi assieme a fare legna per altri o a gareggiare nei giochi per le associazioni sul territorio, passeggiare insieme e gustare le prelibatezze locali e trovarsi insieme a pregare, insieme pensare al riscatto dell’Africa senza dimenticare il riscatto dalle situazioni critiche delle nostre case. Gli amici dell’ambulanza, le catechiste, gli insegnanti, l’Oftal, il gruppo Insieme si può, e tanti altri. Spero in questi anni di poter servire anche io, raccogliendo e valorizzando i doni che il Signore ha già seminato, sta seminando e seminerà, spero di essere rispettoso dei tempi di crescita, di poter entrare in questo sogno e farne parte perché dai progetti che già ci sono la Comunione diventi mentalità. Martin Luther King diceva che il sogno che abbiamo diventerà realtà se insieme lo costruiremo, insieme perché la scelta non è tra prevaricazione o non violenza, ma tra vivere da fratelli o perire come stolti. Mi rendo conto che la misura è alta e non sono certo io che arrivo ad avere la ricetta per colmarla, ma sono felice di poter esserci, pregate per me perché possa essere degno di tanta bellezza».