Tra i 750 beni culturali italiani che resteranno aperti grazie alla ventiduesima edizione delle “Giornate FAI di Primavera” c’è anche Villa Faraggiana a Meina.L’imponente costruzione neoclassica rimarrà aperta al pubblico nelle giornate del 22 e 23 marzo per le tradizionali Giornate FAI di Primavera l’appuntamento con i beni culturali italiani che si ripete da ventidue anni. La villa privata era già stata aperta in occasione della manifestazione FAI del 2011 e aveva ricevuto più di 2500 visitatori. A fare da ciceroni per questa edizione i ragazzi del Liceo Classico Scientifico “E. Fermi” di Arona e della scuola media di Meina e 0Dormelletto. Visite guidate in italiano, inglese e francese.
Quest’anno oltre alla Villa e al parco circostante sarà visitabile anche il Museo di proprietà comunale che per l’occasione ospiterà mostre e conferenze sulla vita della famiglia Faraggiana. Il programma delle due giornate:

Sabato 22 marzo
ore 16 conferenza con: Silvana Bartoli “Una famiglia innamorata di Meina” e Antonio Zonca “Villa Faraggiana e la linea del Sempione”

Domenica 23 marzo
ore 16.00 conferenza con: Sandro Alganon “La camelia Faraggiana e le camelie del Lago Maggiore” e Carlo Manni “I Faraggiana e l’archeologia” – sarà presente Angela Petrini, pittrice, con una dimostrazione di acquerello botanico.

Durante la manifestazione verrà allestita, presso una sala dello Chalet-museo, una mostra fotografica sulla famiglia Faraggiana. Le 29 riproduzioni che verranno esposte provengono dagli album di famiglia e riguardano tre temi: ritratti della famiglia, immagini del museo com’era alle origini e le foto della costruzione della galleria ferroviaria Faraggiana.

Edificata a metà dell’Ottocento in una splendida posizione panoramica a Meina, Villa Faraggiana ha una storia affascinante da raccontare che comincia con il trasferimento della famiglia Faraggiana, originaria di Sarzana, a Novara. Grazie soprattutto all’amore che la moglie di Raffaello, Caterina, nutriva per il nostro lago, scelsero di mantenere qui la loro dimora estiva e la circondarono di un vasto parco (circa 7 ettari) in cui oggi si trovano alberi secolari e monumentali. Caterina allevava qui cavalli e amava tenere nel parco numerosi animali esotici, importati dal figlio Alessandro nei suoi viaggi africani, che poi venivano tassodermizzati e conservati nel grazioso chalet-Museo della Villa (oggi gli esemplari sono conservati al Museo Faraggiana-Ferrandi di Novara).

La bellezza della Villa crebbe sempre di più parallelamente al prestigio politico ed economico che i Faraggiana andavano acquisendo. Dalle eleganti linee neoclassiche, la Villa un tempo ospitava immense ricchezze e gli ospiti erano circondati da sfarzi che oggi, attraversando le sue stanze, possiamo solo immaginare poiché è priva di arredi e vi regna un senso di abbandono.

Dopo varie vicissitudini l’ultimo e unico erede Alessandro Faraggiana, dona la villa, ormai già danneggiata, alle Suore Poverelle di Bergamo, loro la vendettero ad un privato qualche anno fa. Il Comune è oggi proprietario di parte del parco e dell’edificio in cui si trovava il Museo; qui, dall’alto della collina, il tempo pare davvero che si sia fermato e si può ancora respirare quell’atmosfera magica che conquistò i cuori di chiunque avesse la fortuna di essere ospitato in questo luogo.

escursus storico a cura di Laura Vignati

Uno spot video di Villa Faraggiana per le Giornate FAI realizzato dai ragazzi del Liceo Artistico Statale di Romagnano Sesia

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