
In questi giorni su Facebook si sono riaccese le polemiche sulle colonie feline presenti a Colazza. Già nel 2011 un dibattito abbastanza acceso si era alzato tra il Sindaco Ileana Sbalzarini e amici e simpatizzanti dei felini domestici. Nel 2011 si era raggiunto il limite: i gatti randagi si stavano riproducendo a dismisura, molti erano malati ed alcune persone poco civili avevano deciso di “sistemare il problema” avvelenando quasi tutti i gatti, compresi quelli che un padrone lo avevano e passavano lì per caso. Il Sindaco, per contenere la situazione, aveva subito preso contatto con l‘associazione “Amici del Gatto” di Galliate, stipulando una convenzione per le cure e la sterilizzazione dei piccoli felini e iniziando così a prendersi cura di loro.
Ieri, 18 novembre, su Facebook, si poteva leggere un post piuttosto “crudo”, dove si diceva che a Colazza le colonie feline sarebbero state smantellate e il futuro dei gatti risultava incerto. Interessati all’argomento abbiamo contattato sia il Sindaco di Colazza, sia la Dottoressa Stefania Demicheli, responsabile del gattile di Galliate e che si occupa di recuperare i gatti randagi o selvatici di Colazza.
“Quest’estate sono stati segnalati gatti randagi in zona ed è arrivata l’ASL per dei controlli – ha affermato il Sindaco Sbalzarini – il Comune ha fatto partire subito una verifica delle colonie feline presenti sul territorio. Tra settembre e ottobre si è provveduto a cercare di prendere i gatti, molti di questi sono risultati malati, anzi malatissimi. Diciamo che su 5 gatti recuperati, 4 erano in cattive condizioni di salute. Ritengo spregevole che persone che si dicono “gattare” diano da mangiare in un certo punto ai gatti e basta, senza curarsi del loro stato di salute. Ho due gatti miei e tre randagi nel cortile, quindi so di cosa sto parlando“.
Anche Stefania Demicheli conferma i fatti: “abbiamo richiesto un controllo dell’ASL che ha accertato che nessuno dei due punti dove erano presenti i gatti fossero a norma per divenire una colonia riconosciuta, in quanto posti su suolo privato, troppo vicini al centro abitato e altri motivi. Quindi è stato necessario intervenire, catturare i gatti e curarli”.
Nel messaggio girato su internet ci si domandava che fine facessero questi gatti, ecco la risposta: “I gatti – continua la dott.sa Demicheli – dopo essere stati curati e sterilizzati, vengono immessi nel parco dei gatti a Galliate, dove vengono costantemente controllati e curati. Fino ad ora sono stati raccolti circa 18 gatti e solo una gatta tricolore purtroppo è deceduta per un tumore facciale in stadio avanzato, mentre tutti gli altri stanno bene. Ora ne rimangono all’incirca sei da catturare e portare via“.
Rimaneva un dubbio: come riconoscono i gatti randagi da gatti che magari hanno un padrone e si trovano presi per sbaglio in trappola? “Purtroppo può capitare che un gatto di casa finisca in una gabbia trappola e venga portato via – continua Demicheli – per questo noi cataloghiamo ogni gatto catturato, con foto e ogni dato che riusciamo a racimolare su di lui e il padrone può tranquillamente contattarci e chiedere se abbiamo preso il suo gatto e riaverlo indietro. Inoltre è sempre presente una persona del luogo che grosso modo riconosce tutti i gatti che sono randagi e quelli che invece hanno una casa.”
“La situazione a Colazza era insostenibile – ci racconta la responsabile dell’Associazione Amici del Gatto – i gatti sono stati quasi tutti trovati positivi alla FEL e alla FIV (leucemia e AIDS felina altamente contagiose tra i gatti ma innocue per l’uomo) e rischiavano pure di infettare i gatti di casa che giravano lì in zona, creando un’epidemia. I felini erano anche costantemente minacciati dal rischio di essere avvelenati, come successe due anni fa. Il Sindaco si è sempre dimostrato a favore del progetto, addirittura pagando di tasca sua alcune operazioni che non rientravano nel budget“.
Sembra allora che Colazza non avrà più i suoi mici “liberi” ma per una buona causa. Il randagismo stava portando malattie ai piccoli animali, facendoli vivere una vita breve e di sofferenze. Il problema del “randagismo felino” è meno conosciuto di quello canino: erroneamente si pensa che un gatto possa cavarsela anche da solo, libero nella natura e selvaggio, ma purtroppo non è così. Se i gatti vengono lasciati a se stessi non basta portargli la pappa ogni tanto e costruire cucce per l’inverno, bisogna anche pensare alla prevenzione, alla sterilizzazione e alle cure, anche mediche, di cui hanno bisogno e ciò non è purtroppo sempre possibile in ogni territorio.
Per ulteriori informazioni potete contattare l’Associazione Amici dei Gatti di Galliate sulla loro pagina Facebook.
Rimaniamo in attesa di eventuali chiarimenti dalle parti in causa. Potete contattarci privatamente a redazione@ilvergante.it o pubblicamente commentando qui sotto o sulla nostra pagina Facebook.