“Il gioiello vagabondo” è il nuovo progetto di Francesca Testori, affermata designer che ribalta l’approccio tra gioielliere e cliente, a favore di quest’ultimo e soprattutto a sostegno del valore imprescindibile di ogni gioiello: quello che gli attribuisce, emotivamente, il suo proprietario.
Francesca Testori, quarantenne, milanese che ha scelto il Lago Maggiore come casa per la sua famiglia e la sua ispirazione, si definisce un’interprete, una liaison creativa tra un desiderio di gioiello e la sua realizzazione. E per sottolineare la vocazione ad andare incontro ai desideri di chi sogna un gioiello speciale, ha dato una forma molto originale alla sua vetrina: un calessino Ape Piaggio, trasformato in un romantico salottino viaggiante.
Simbolo principe del vagabondaggio su ruote, il calessino de “Il gioiello vagabondo” dà appuntamento ai suoi fans in luoghi speciali, dehor di locali, giardini, piazzette tranquille, eventi, ed il prossimo venerdì 15 luglio 2011 festeggia il suo debutto sul Lago Maggiore, all’indirizzo del RIC’S bar for EVER, un locale suggestivo immerso nel lussureggiante parco di Villa Conelli, con vista sul lago, in prossimità del porticciolo di Belgirate.
Il progetto “Il gioiello vagabondo” è una filosofia condivisa da diversi designer che sposano l’idea di Francesca Testori e contribuiscono, con il loro apporto creativo, a renderla variegata espressione del fare gioiello oggi. Uno spirito contemporaneo che attinge alle proprie radici ancestrali, essenzialmente mediterranee ma permeabili e accoglienti di ogni altra inflessione. Dichiara la designer: “Dopo anni di esperienza, sempre e comunque all’insegna della creatività e della sperimentazione, ma dove ho utilizzato canali di vendita tradizionali, ho scoperto esserci un gran numero di persone che non entra in gioielleria, vinta da timidezza e dalla sfiducia di trovare un interlocutore incapace di ascoltare le proprie intenzioni. Ho pensato che andare “fisicamente” incontro a queste persone, nei luoghi dove normalmente si incontrano o si concedono una pausa, fosse la modalità giusta per esprimere la mia volontà e capacità di ascolto. La mia atavica passione per l’Ape Piaggio, quella specie di gioco su tre ruote, così umanizzato e accessibile, ironico e sdrammatizzante, e pure utilissimo, è stata la quadratura del cerchio. Chi accede al mio salottino su ruote trova le collezioni mie e dei miei “partner creativi”, una selezione di designer che ho coinvolto in questo progetto, oppure mi chiede di disegnare per sé qualcosa di speciale, a partire da una pietra o qualsiasi altro materiale, simbolicamente significativo. Un chicco di riso del proprio matrimonio, una pietra ricevuta in dono, una conchiglia raccolta, frammenti di natura o di oggetti, come quelli che raccoglievo sulle strade africane e che hanno dato vita alla linea Swahili”.
La scelta di un gioiello così valorizzato o realizzato su misura racchiude un contenuto simbolico forte, è un gesto di attenzione verso sé stessi, qualcosa che assume valore anche nel racconto che se ne fa agli altri, ed è, non da ultimo, uno dei regali più graditi in particolare dagli uomini, che preferiscono, spesso più delle donne, i regali pensati, significativi, non standardizzati. Il senso di accessibilità di “Il gioiello vagabondo” non è espressa solo dal movimento ad personam, ma anche dal costo delle creazioni, sempre accessibile, anche perché non inutilmente gravato dalle spese di un locale con vetrina.
“Il gioiello vagabondo” va incontro ai sogni, al desiderio di rendere importante, memorabile, e trasmissibile un simbolo di felicità; un simbolo così forte che fa volentieri a meno dello status, con tenerezza e allegria.
Fonte: Comunicato stampa