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COLAZZA

IL COMUNE DI COLAZZA IN BREVE

Abitanti: 451

Denominazione: Colazzesi

Superficie: 3,09 kmq

Altitudine: 517 m s.l.m.

Festa patronale: 8 dicembre, Immacolata Concezione

STORIA E TERRITORIO

Per chi ama la storia e la bellezza dei panorami, non può mancare una visita al piccolo paesino di Colazza. Il borgo è situato su un pendio soleggiato, la cui esposizione permette anche la coltivazione della vite. Colazza è chiamata anche “il borgo dell’acqua” poiché è ricchissima di corsi d’acqua tra cui quelli provenienti dal monte Cassinario, Tessera e Della Guardia, oltre che di numerosi fontanili disseminati lungo il paese.La storia di Colazza inizia con i Romani che vi dominarono fino all’epoca delle invasioni barbariche; in seguito fu interessata dal transito delle milizie imperiali di Ottone I e in epoca medievale il paese fu coinvolto da continue lotte feudali che infiammarono tutto il Vergante. Colazza così come tutti i paesi del Vergante, passò sotto il controllo degli Arcivescovi di Milano e in seguito, al dominio dei Visconti, famiglia che nel territorio svolse un importante ruolo, lasciando un’impronta ben visibile ancora ora nei comuni di Invorio, Massino Visconti, Oleggio Castello e Colazza. Proprio qui fecero innalzare un castello dove ancora oggi possiamo ammirare i resti come le antiche mura in via Umberto I, oltre ad archi e corridoi. Il dominio dei Visconti terminò nel 1441, quando tutto il Vergante passò nelle mani della famiglia Borromeo. In seguito dominò qui Carlo Emanuele III, Re di Sardegna e poi Napoleone.La storia più recente di Colazza ci riporta agli anni ‘20, quando il comune fu unito a quello di Pisano; ritornò ad avere la propria autonomia solo nel 1955, dopo la Seconda Guerra Mondiale.L’economia di Colazza è stata in passato segnata dal trasporto tra i due laghi di merci e animali, dall’agricoltura, pastorizia e dallo sfruttamento di boschi. Oggi Colazza vive prevalentemente di turismo, scelta da molti come luogo di villeggiatura, dove storia e natura si uniscono. L’acqua, elemento prevalente di Colazza, ha fatto nascere proprio qui il Palazzetto del Ghiaccio situato nella parte alta del paese. Oltre alla pista di ghiaccio è possibile trovare il laghetto per la pesca sportiva, una parete attrezzata per l’arrampicata, il campo da bocce, da calcetto e da beach volley.

COSA VISITARE

CHIESA DI SAN BERNARDO

 La chiesa si trova nel centro del paese, nell’omonima piazza. E’ facilmente raggiungibile a piedi lasciando l’auto in piazza Milano.A San Bernardo, il santo protettore degli uomini di montagna, sono dedicati l’oratorio, la cappella devozionale, oltre ad un quadro insieme alla Madonna e al Bambino. Risalente al 1300, la chiesa ha subito alcune modifiche nel corso del tempo fino a raggiungere uno stato di abbandono alla fine de 1900. Grazie all’intervento del parroco è stata in seguito restaurata con nuovi pavimenti, vetri e decorazioni, dandone nuovamente vita. Nonostante la semplicità della struttura, la chiesa presenta un campanile molto caratteristico con guglie composte da piode utilizzate tipicamente nelle aree montane.

CHIESA PARROCCHIALE DELL’IMMACOLATA

La parrocchia si trova in posizione panoramica con una graziosa vista sul Vergante. Fin dal XVII secolo è dedicata alla Beata Vergine, in particolare dopo il posizionamento della sua statua all’interno.Una leggenda narra che proprio questa statua fosse di proprietà dei monaci di Ameno, che, cacciati dal loro monastero la nascosero temporaneamente proprio nei boschi di Colazza e, ritrovata dagli stessi abitanti, la considerarono come un “dono di dio” e conservata per sempre nel paese.Una volta entrati, colpisce l’imponente altare in marmo nero, oltre all’affresco con la Vergine, San Grato e il Bambino, attribuito alla scuola di Gaudenzio Ferrari. I soffitti sono invece ad opera dei fratelli Francinetti di Gignese e realizzati nell’Ottocento. La chiesa possiede inoltre un campanile con una cupola di rame e zinco, oltre a tre campane di bronzo posizionate negli anni ’70.

PERCORSO DELLE FONTANE E DELLE CAPPELLE DEVOZIONALI

L’acqua è sicuramente l’elemento prevalente a Colazza: passeggiando per il borgo ci si accorge subito della rilevanza di questa risorsa. Ai lati delle 12 cappellette devozionali che si snodano lungo il paese, sono infatti posizionate delle fontanelle, volte a simboleggiare purificazione e rinascita, unite a devozione e fede.Il suggestivo percorso devozionale inizia da Piazza Milano, dove si trova anche il Municipio, ricco di abitazioni tipicamente rurali. Una volta raggiunta Piazza San Bernardo, si può scorgere la Parrocchia dell’Immacolata: la prima cappella che si incontra è quella dedicata a San Bernardo, una tra quelle meglio conservate, frutto anche del relativamente recente restauro del mosaico che rappresenta il Santo. Caratteristico è il posizionamento della cappelletta, posta sopra ad una fontana in sasso.A pochi passi si può trovare subito un’altra cappella che rappresenta il Cristo sulla Croce e risalente all’Ottocento. La struttura è a forma di capanna, realizzata con lastre di beola e impreziosita da granito rosa di Baveno.Tornando nella Piazza del Municipio e proseguendo in via Nazionale si incontra la cappella dedicata alla Crocifissione, datata al XVII secolo, incorniciata da colonne di granito rosa con una fontana e un lavatoio in pietra posti alla sinistra.Proseguendo in via Tapigliano e oltrepassando Piazza Don Luigi Ragazzoni, si raggiunge un affresco che rappresenta la Sacra Famiglia, con una graziosa cornice in marmo e risalente al Settecento.Continuando il cammino e voltando a destra, si può raggiungere una cappella in stato di abbandono e degradata, dove sono presenti alcune figure, difficilmente distinguibili. Da questa cappella si può però scorgere un meraviglioso panorama sul Lago Maggiore e in particolare sulla Rocca di Angera.Ritornando sulla stessa strada percorsa e fino alla Via Umberto I, si può ammirare un’altra cappella che risale al XVI secolo e probabilmente una delle più antiche, anche se restaurata in anni recenti: la rappresentazione è quella di Cristo crocifisso con ai lati la Madonna e Maria Maddalena. Anche qui è possibile trovare a lato una fontana.Procedendo in via Umberto I, si incontra la cappella datata al 1884, che rappresenta la Madonna del Carmine. Continuando il percorso si oltrepassa il giardino pubblico e ricavata in una parete troviamo la Cappelletta della Madonna: qui l’attenzione viene catturata da un antico corridoio del castello, ora restaurato, che prende il nome di Vicolo Castello. Sulla parete del portico è presente una scritta dedicata alla memoria di uno spaventoso incendio che avvenne nel 1861, in ricordo delle sue vittime. A pochi passi da qui si può trovare la chiesa Parrocchiale e proseguire il percorso verso la parte alta del borgo.Si raggiunge dunque la Cappella di via per Fosseno con un affresco con il Gesu’ Bambino che scaccia il peccato, rappresentato da un animale alato con la mela, simbolo del peccato originale, con ai lati Santa Lucia, San Rocco e gli Angeli. Sui gradini sottostanti, molto probabilmente si riposavano i viandanti in transito verso la collina e il lago d’Orta.Da qui, continuando verso sinistra si trova il lavatoio, l’area pic-nic, il palazzetto del Ghiaccio e il piccolo lago di pesca sportiva.L’ultima cappella, la più lontana, è situata nei pressi di Via Don Gemelli ed è dedicata alla Madonna della Guardia, ad opera di Gregorio Mazzola, oggi un punto di ritrovo per fiaccolate e preghiere.

(Elisa Ghilardi)

La Redazione
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