Home Cronaca Le lettere da...

Le lettere dal fronte del nonno finiscono in un libro

31 Marzo 2014

La Sala Consiliare di Lesa, gremita per l’occasione, ha accolto la presentazione dell’opera prima di Helena De Lisa, “La Guerra di Mario” (ed. Segni e Parole). Presentato nella serata di sabato 29 marzo il primo libro di Helena De Lisa. Il volume narra, attraverso le lettere di suo nonno Mario Marforio, la duplice storia della seconda guerra mondiale e di un ragazzo soldato che si confronta con un orrore troppo grande.

Come ha chiaramente detto Daniela Marforio, figlia di Mario nonché autrice della prefazione del libro: “mio padre non è passato inosservato nella mia vita e in quella dei miei fratelli, ma con lui non è mai stato facile parlare di quegli anni. Invece con Elena si è aperto, quasi non avesse più paura di quel passato”. Il rapporto che lega Elena al nonno è infatti molto profondo “è più di un nonno, un amico” queste le sue parole durante la presentazione.

La storia di Mario Marforio che traspare dalle pagine del libro è molto toccante. Attraverso le lettere che Mario spedisce a casa alla famiglia appare la fragilità e la vitalità di un soldato al fronte. Mario Marforio, classe 1922, parte al fronte che è poco più di un ragazzo si trova per la prima volta lontano da casa e solo a combattere una guerra insieme ad altri ragazzi come lui soli e lontani da casa. La corrispondenza epistolare con la famiglia in Italia è l’unico legame con i suoi affetti. Le lettere da Ivrea, prima tappa del suo viaggio, sono piene di normalità. Ma a mano a mano che Mario penetra nella fitta selva del campo di battaglia le lettere si fanno più nude, stringate e rare. Mario vedrà non solo l’orrore del campo di battaglia ma anche quello del campo di concentramento di Mauthausen, facendo rientro sul lago molto dopo la fine della guerra. Come dice Daniela Marforio nella sua introduzione: “nel libro Mario è un giovane che supera i limiti dell’individualismo per diventare carattere universale. Il suo pensiero diventa pensiero condiviso da ogni giovane dell’epoca, basterebbe questo per leggere «La guerra di Mario»”