Bilancio sicuramente positivo per “Popoli in festa”, svoltasi domenica scorsa, 10 giugno, in Casa della Gioventù a Massino Visconti. A organizzare la festa “Insieme si può…”, insieme ad AIFO, Caritas di San Maurizio d’Opaglio, l’Associazione Terra di Confine e Unità Pastorale del Vergante, con l’aiuto di “Circo Clap” e “Menestrelli di Jorvik” e il patrocinio del Comune di Massino Visconti.
All’inizio dell’incontro, introdotto dalla responsabile del gruppo “Insieme si può…” Franca De Poi, sono state lette alcune preghiere di diversi popoli e diverse religioni sul tema della pace: anche il missionario massinese in Giappone padre Manni ha mandato un messaggio via mail per augurare una buona riuscita della festa. Presenti “rappresentanti” di diversi popoli: nigeriano, venezuelano, marocchino, giapponese, thailandese, cubano… e ovviamente italiano! Ciascuno ha portato una specialità del proprio paese: dal cuscus, ai risi con spezzatini vari, ai dolci più diversi, fino alla pasta al sugo.
A seguire la proiezione di un suggestivo e provocatorio filmato, “Sotto lo stesso cielo”, sulla differenza dello stile di vita tra un bambino del nord del mondo e uno del sud, che ha invitato a prendersi carico dei problemi della povertà nel mondo. Dopo il filmato i bambini sono stati invitati a uscire dal tendone per i giochi guidati da Laura Cantù del Circo Clap, mentre Federico, un membro del gruppo aronese “I Menestrelli di Jorvik”, ha letto un primo racconto sull’integrazione delle differenze tratto dalla loro rivista culturale “L’arabica fenice”.
Marco Parisi, vicedirettore della Caritas Diocesana di Novara, ha quindi illustrato la questione della cittadinanza degli stranieri in Italia e ha presentato la proposta della campagna “L’Italia sono anch’io”, supportata da molte associazioni, sulla modifica del diritto di cittadinanza. Al termine della presentazione non ci sono state domande teoriche, ma brevi e intense testimonianze spontanee della reale possibilità di integrazione – e sulle sue difficoltà.
Dopo un altro racconto dei Menestrelli sui pregiudizi verso il diverso che non si conosce, è stato il momento de “La pelle che vibra”, gruppo di numerosi e tenaci percussionisti che hanno ritmato l’ultima parte della festa.