Verrà presentato martedì 4 ottobre, presso la Società operaia sul lungolago di Lesa, da Vittorio Grassi, un libro postumo di Leone Boccalatte: “Nanga Parbat – Monte del destino” …
Si tratta di un grandioso poema epico che in versi coinvolgenti rievoca la lunga e tragica sequenza che segnò l’ascensione della “Montagna nuda” (questo il significato del nome), raggiunta in solitaria da Hermann Buhl nel 1953. Sullo sfondo dei grandiosi scenari himalaiani, l’opera corale dà voce ai protagonisti delle spedizioni e affronta il tema della fedeltà al proprio destino, inteso come vocazione e imperativo etico a superare i propri limiti per tendere all’alto e all’Altro.
Il Nanga Parbat attirò tentativi di scalata relativamente presto. Nel 1895 Albert Mummery condusse una spedizione che raggiunse i 7000 m dal versante Diamir. Più tardi tuttavia morì insieme a due Gurkha mentre tentava di esplorare una via per passare al versante Rakhiot. La prima spedizione tedesca fu invece nel 1932, condotta da Willy Merkl. Una successiva spedizione tedesca nel 1934 quindi si concluse in tragedia, con la morte di tre alpinisti e sei sherpa bloccati ad alta quota da una tormenta. Nel 1937 vi fu un’ulteriore spedizione tedesca, guidata da Karl Wien; anche questa ebbe un esito tragico quando intorno al 14 giugno una valanga travolse il campo IV uccidendo sette alpinisti e nove sherpa. Seguì poi un’altra spedizione tedesca nel 1938, che però fu bloccata nel maltempo. Nel 1939 infine una spedizione tedesca guidata da Heinrich Harrer, il salitore della nord dell’Eiger, cominciò ad effettuare una ricognizione preliminare, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale bloccò le operazioni e lo stesso Harrer fu internato in un campo di prigionia in India. Nel momento della prima ascensione al Nanga Parbat del 1953, trentun persone erano già morte nel tentativo.
Il Nanga Parbat fu scalato quindi per la prima volta il 3 luglio 1953 dall’alpinista austriaco Hermann Buhl con una spedizione austro-tedesca guidata da Karl Maria Herrligkoffer. Si tratta del primo ed unico “ottomila” scalato in prima assoluta in solitaria. Il versante prescelto fu il Rakhiot a nord-est, passando per la Sella d’Argento e il SilberPlateau. Buhl è stato il primo a compiere con successo la scalata di un ottomila in solitaria e senza ossigeno. La via originale di Hermann Buhl è stata ripetuta una sola volta, nel 1971.