“Meno male che almeno un certo spirito di patriottismo esiste ancora”. Questo uno dei commenti ascoltati al termine della cerimonia di celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, avvenuta sul lungolago di Lesa la mattina del 17 marzo. Davvero numerosa – nonostante …

la pioggia – la popolazione presente, unita aldilà degli schieramenti politici.

Presenti alla cerimonia dell’alzabandiera – oltre a vari componenti del consiglio comunale e al comandante della stazione lesiana dei carabinieri – anche i sindaci di Belgirate, Giorgio Pollini, e di Meina, Paolo Cumbo, “mostrando così – ha affermato il sindaco di Lesa Roberto Grignoli – che l’Unione dei nostri Comuni ha un significato profondo”. Visibili ai presenti anche i gagliardetti di numerose associazioni lesiane: Aib, Avis, Canottieri Lesa Asd, Croce Rossa Italiana sezione di Lesa, Lesa Vergante Calcio con numerosi piccoli atleti in divisa, Sci Club Lesa ’77…

“Ricordiamo e onoriamo l’alba d’Italia”

“Con questa cerimonia, oggi – ha esordito il sindaco – intendiamo ricordare e onorare “l’alba d’Italia” di centocinquanta anni fa. Quella che era stata una nazione divisa in sette stati diventava, in circa due anni, dalla primavera del 1859 alla primavera del 1861, un nuovo regno capace di inserirsi nella storia d’Europa. A poco più di un decennio dal fallimento delle rivoluzioni del 48/49, il processo di unificazione nazionale italiana si compiva, così, in tempi straordinariamente rapidi e in modo diverso da come era stato immaginato da coloro che ne erano stati gli artefici. I progetti di quei patrioti che pensavano di far sorgere il nuovo stato dall’iniziativa popolare, attraverso un’assemblea Costituente, non si erano realizzati. Al contrario, l’Italia Unita si presentava come il risultato dell’allargamento di uno stato regionale: il Piemonte. E da questo stato, l’intero paese si vedeva imporre Sovrano e Istituzioni, leggi e ordinamenti.”

“Ma non sarebbe corretto leggere il processo unitario come il frutto di una pura conquista o di una “rivoluzione” calata solo dall’alto, anche se questo concetto avrebbe creato un “mito” difficile da sfatare, quasi un “peccato originale” foriero di problemi futuri. Quel processo fu preparato, in realtà, anche da un ampio moto d’opinione pubblica che coinvolse gli strati sociali più attivi e dinamici della nazione: studenti, intellettuali e una borghesia produttiva, desiderosa di creare quel “mercato nazionale”, premessa indispensabile per lo sviluppo civile, sociale ed economico.”

“E fu proprio grazie ai suoi progressi economici, oltre che al modello istituzionale più avanzato e liberale rispetto agli altri Stati italiani, che il Piemonte poté conquistare un ruolo egemone. In Italia, dunque, lo Stato nazionale nacque dalla combinazione di un’iniziativa dall’alto (Cavour e la monarchia dei Savoia) e di un’iniziativa dal basso (le insurrezioni nell’Italia centrale e la spedizione garibaldina nel Sud).”

“Concetto di identità nazionale ancora fragile: occorre impegno nel mantenerlo vivo”

“Purtroppo le modalità del processo unitario descritte prima, le perduranti difficoltà economiche del mezzogiorno, unite all’esplosione della criminalità organizzata, l’affiorare di torbidi intrecci tra questa criminalità e la classe politica – ha aggiunto Roberto Grignoli – hanno spinto il meridione a vedere nello stato nazionale il colpevole di tutto. Parallelamente, la seduzione dell’illusione separatista, ha portato anche parte dell’opinione pubblica del nord a considerare lo stato Italiano come macchiato da quella specie di “peccato originale” ricordato in precedenza, creato dalla modalità della sua nascita. Retorica e superficialità vanno insieme nel portare avanti queste idee, al sud come al nord, e attestano quanto fragile ancora sia il concetto di identità nazionale e quanto impegno tutti noi dobbiamo porre nel mantenerlo vivo.”

“E’ con questo spirito  – ha concluso il sindaco – che anche oggi noi diciamo forte: viva l’Unità d’Italia e onore a tutti i caduti per l’Unità, l’Indipendenza e la libertà d’Italia”.

Al termine dell’applaudito discorso del sindaco Roberto Grignoli, don Michele Ingegnoli – parroco di Solcio – ha benedetto il tricolore, issato sulle note dell’Inno di Mameli suonato dal corpo bandistico musicale di Lesa “La Volpina” e cantato dai presenti.

Protagonisti i ragazzi

Ci si è poi spostati presso il salone della società operaia, stipato di persone, dove il coro della scuola secondaria di primo grado di Lesa, già pronto e diretto dal maestro Luca Morellini, ha cantato la versione integrale del “Canto degli Italiani”. Quindi la premiazione del concorso scolastico, per mano del dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo del Vergante Nicola Fonzo e della prof. Luisa Tiraboschi. Miglior testo è stato decretato quello di Elena Koffman, che ha tratteggiato la figura di Camillo Benso, poiché “ha fatto grandi cose nella sua vita grazie alla sua intelligenza e astuzia”. Miglior grafica invece quella di Michele Accomasso, pensata con un mix di Garibaldi, Colosseo, frecce tricolore e bandiera italiana. A entrambi sono andati cento euro da spendere in libri e una pergamena del Comune. “Ventinove sono stati i temi presentati, – ha affermato il dirigente scolastico Fonzo – elaborati da cui emerge un grande attaccamento da parte dei ragazzi verso questi personaggi che hanno preso delle scelte importanti per la loro vita”. Ha quindi concluso Fonzo: “In questo Paese c’è un bisogno enorme che anche noi siamo capaci di sognare un Paese libero, giusto e unito: imparate a sognare, siate capaci di indignarvi di fronte alle ingiustizia”.

La mattinata si è invece conclusa, prima del buffet, con la lettura di poesie e brani inerenti l’Italia da parte di Bruna Vero e Andrea Ghilardini: da Dante Alighieri e Petrarca fino a Pavese e Pasolini, passando per Manzoni, Foscolo… Tra un verso e l’altro, le note – suonate alla tastiera da Marino Mora – di celebri arie d’opera e brani che hanno fatto la storia d’Italia.

Festa anche il 16 con la Pro Loco

La sera prima intanto si era potuto festeggiare grazie all’associazione turistica Pro Loco Lesa e la sua  “Lunga notte Tricolore”. All’inizio della serata la possibilità di gustare particolari “menù tricolore” presso alcuni ristoranti lesiani. Quindi, presso il salone della società operaia, la proiezione dei film “Piccolo mondo antico” e “Senso”, intramezzati da uno spuntino di mezzanotte… tricolore.

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