Come ogni anno il 15 giugno scorso si è festeggiato il “Global Wind Day”, ovvero la giornata mondiale dedicata all’energia eolica. Notizia, a mio parere, passata un po’ inosservata, sulla quale credo ci si doveva soffermare un po’ di più.
Ben quaranta Stati hanno ospitato un totale di trecento eventi durante tutta la giornata, con l’obiettivo di diffondere la “cultura eolica”. In Italia, sia Roma che Milano hanno dato ampio spazio all’argomento. La prima, ha realizzato un corso di formazione e un convegno sul futuro di questo tipo di energia rinnovabile, promossi da ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), mentre la seconda ha organizzato una presentazione del rapporto su eolico e solare, tramite una ricerca di APER (Associazione dei Prodotti di Energia da Fonti Rinnovabili) e sull’impatto dell’eolico e del fotovoltaico nel mercato italiano.
Ora come ora il nostro Paese copre con l’energica eolica solo il 6% del suo fabbisogno elettrico. L’obiettivo minimo è quello di raggiungere almeno il 10%. Quando si parla di energie rinnovabili, però, quella del vento viene sempre messa un po’ in discussione, nonostante il fatto che l’Italia, insieme alla Germania, alla Spagna, al Regno Unito e alla Francia, costituisce l’epicentro della potenza eolica europea, potenza che dal 2000 al 2012 è cresciuta di ben otto volte, ed è ormai destinata a proseguire questo percorso (basta pensare che dall’inizio del 2013 in Italia abbiamo prodotto il 31,1% in più rispetto allo scorso anno).
Ma chi o cosa blocca l’utilizzo dell’energia eolica in Italia?
Sicuramente chi non pensa o chi sottovaluta che a livello economico, per lo sfruttamento di questa fonte rinnovabile, si creerebbero nuove opportunità imprenditoriali e quindi anche nuovi posti di lavoro.
Oltretutto l’impiego dell’energia del vento ridurrebbe alla stragrande le varie importazioni di carbone, petrolio e gas, che sono alcuni dei fattori principali che hanno causato, negli ultimi dieci anni, l’aumento delle bollette di noi italiani. E proprio il risparmio di combustibili fossili ridurrebbe anche le emissioni di particolato inquinante, oltre alle emissioni di anidride carbonica, grande causa dei cambiamenti climatici degli ultimi decenni.
Di conseguenza le lobby dell’energia fossile sono ovviamente le prime a dire di no al vento, combustibile gratuito, inesauribile e distribuito. Di fianco a loro si schierano comunque gli amanti dei paesaggi visivamente incontaminati.
Già, perchè parlando di eolico sicuramente vi saranno venute in mente le famose “pale”, ed è proprio da queste che l’energia cinetica del vento viene trasformata in energia elettrica, ma è sempre a causa di questi impianti che nascono le contestazioni. La “seminazione” di aerogeneratori in mezzo alla natura, infatti, si ritiene che deturpi l’ambiente che li circonda. Effettivamente la loro presenza stona un bel po’, ma ci sono tante altre strutture architettoniche, nella maggior parte dei casi abitazioni private o uffici, che sono veri e propri “pugni nell’occhio” inseriti in contesti del tutto differenti.
Dovremmo, a mio parere, invece, distaccarci un attimo dall’estetica ed iniziare a riflettere sui numerosi vantaggi ambientali ed economici che questo tipo di energia è in grado di offrire, ricordandoci che un’energia pulita rende il nostro mondo più pulito, quindi anche la nostra vita.