Si è tenuta venerdì 7 maggio presso il salone Merzagora di corso Liberazione 60 ad Arona l’inaugurazione della mostra fotografica a ingresso libero “Natività”, che sarà aperta anche sabato e domenica dalle 10 alle 19.
La mostra, giunta ormai alla sua terza edizione, è frutto della collaborazione dell’Avis di Arona con il consultorio A.S.L e l’Istituto di Istruzione Superiore Enrico Fermi. All’apertura, a cui era presente un vasto e variegato pubblico, Mario Brovelli, presidente dell’Avis, ha spiegato così la connessione tra i diversi organismi: “Avis significa donare il sangue, quindi la vita, che è poi quello che si fa anche al consultorio, aiutare le mamme che stanno per o hanno appena dato alla luce una nuova vita”.
Il progetto ha coinvolto una dozzina di ragazzi di terza e quarta superiore che, guidati dal fotografo Paolo Sacchi, hanno ritratto in una serie di magnifici scatti alcune donne incinte o neofamiglie contattate attraverso il consultorio. Il corso, di una durata di circa due mesi, è stato diviso in due parti: nella prima sono stati fatti gli scatti, nella seconda sono stati elaborati digitalmente. “Nel corso abbiamo imparato sia a fare belle fotografie sia ad elaborarle al computer, inoltre si è instaurato subito un buon rapporto con le famiglie” dicono Marta, Giulia, Corey e Flavio, alcuni degli studenti che hanno aderito all’iniziativa. “Ci ha permesso anche di vedere luoghi della nostra zona molti belli ma che non conoscevamo; inoltre Paolo si è dimostrato molto disponibile e ci ha spiegato tutta la preparazione di una buona fotografia, non solo l’aspetto tecnico”. Anche il fotografo si è dimostrato entusiasta del progetto: “Lavorare con i ragazzi in questo corso fa conoscere loro i momenti fondamentali della vita, come la nascita e i primi mesi della crescita, e sottolinea l’importanza di strutture pubbliche a sostengo delle madri. Nella società odierna è necessario che i ragazzi, i quali sono il nostro futuro, apprezzino il valore della solidarietà. Le fotografie servono a fermare i momenti significativi dell’esistenza: anche la tecnica non è fine a se stessa, ma serve a restituire fedelmente gli istanti che vogliamo immortalare ed è finalizzata al racconto”. Marina, una delle ventiquattro mamme che hanno accettato la proposta del consultorio, afferma di aver apprezzato l’idea di valorizzare la maternità e si augura che i ragazzi si ricordino di quest’esperienza quando saranno a loro volta genitori.