Baveno: il monumento ai caduti della Strage del Lago Maggiore

Lunedì 27 gennaio il Treno della Memoria è passato da Baveno. I 30 ragazzi che seguono la preparazione al viaggio che li porterà ad Auschwitz hanno appreso di una strage nascosta, fino a poco tempo fa, quella del lago Maggiore

Trenta ragazzi, i partenti, più una decina di formatori: due storici, Davide Tamagnini e Giuseppe Passalacqua, il Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza, Giovanni Cerutti e la responsabile dell’ISRN Elena Mastretta e i ragazzi che hanno svolto il viaggio l’anno scoro. E’ questo il gruppo che nella serata di lunedì 27, Giornata internazionale della Memoria, ha percorso il lungolago di Baveno e reso omaggio al monumento alla shoah recentemente inaugurato e inseguito si sono trovati nella biblioteca bavenese per informarsi su una strage vicinissima, quella del nostro lago.

Ad oggi sono 57 le vittime accertate della Strage del lago Maggiore del settembre-ottobre 1943. L’eccidio di civile ha interessato i comuni di Meina, Arona, Stresa, Baveno, Mergozzo, Pian di Nava, Intra, Orta, Novara e Boves. Gli ebrei sul nostro lago sono stati sterminati in modo inusuale, invece di caricarli sui treni per la deportazione gli ebrei sono stati uccisi sul posto e buttati nelle acque del lago. I loro beni sono stati rapinati dalle SS invece di essere condivisi con i quartieri generali. Arrivando sul lago le SS si sono impossessate delle grandi ville e da lì hanno comandato incontrastati, non avevano, infatti, una controparte che li ha ostacolati. Quella del lago Maggiore è stata, dunque, un’occupazione pura e semplice. I nazisti si sentono padroni. I reparti che sono stati mandati qui non sono solo una divisione delle SS ma la divisione Leibstandarte, guardia del corpo di Hitler, quindi élite della élite, i più motivati in quel momento in cui la Germania era occupata su tanti fronti. Qui sul lago non c’erano comunità ebraiche e non c’erano sinagoghe, ma c’erano molti ebrei: i villeggianti milanesi. Sfollati dopo il bombardamenti di agosto si erano rintanati nelle ville, si pensava sicure, del lago Maggiore. Era presente anche una grande comunità ebraica proveniente da Salonicco. Erano stati aiutati a trasferirsi dalla comunità italiana in Grecia.
A Baveno vennero prelevate 14 persone, in particolare l’intera famiglia di Mario Luzzato, per anni direttore della sede di Londra della Pirelli, residente nella villa del Castagneto e quella di Emil Serman, ricco commerciante di origine austriaca, residente nella Villa Fedora. Vennero inoltre arrestati un anziano rabbino con sua moglie ed altre due donne. Vennero prima portate all’Hotel Ripa e poi fatte sparire, probabilmente fucilate sulla riva e poi gettate nelle acque del lago. Di seguito le ville furono occupate per feste e banchetti e infine saccheggiate di tutto.

Baveno (14 vittime): Mario Luzzatto, anni 53; Bice Ginesi, anni 45; Olga Ginesi, anni 48; Silvia Luzzatto, anni 20; Maria Grazia Luzzatto, anni 18. – Emil Serman, anni 62; Maria Müller, anni 43; Stefania Müller, anni 41; Giulia Werner, anni 77; Sofia Czolosinska, anni 39. – Joseph Wofsi, anni 70; Emma Baron, anni 61. – Carla Caroglio, anni 25. – Fanny Jette Engel, anni 70.

da Wikipedia

In serata i ragazzi hanno potuto assistere, presso la sala Nostradamus, alla conferenza tenuta da Giovanni Cerutti, direttore dell’ISRN, dal nome “Dai campi di calcio ai campi di Lavoro: gloria ed oblio di due allenatori di razza (ebraica) Arpad Weisz e Ernest Erbstein”.

Un momento della giornata
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