
Il 12 luglio 1614 il Cardinal Federico Borromeo posava la prima pietra della chiesa di San Carlo sul monte alla presenza dei vescovi di Como e Vigevano e di una straripante moltitudine di fedeli.
Per non far passare sotto silenzio il quarto centenario della posa della prima pietra, sabato 12 luglio 2014 alle 21 si terrà una solenne concelebrazione presieduta da mons. Gianni Zappa, presidente della Congregazione dei Conservatori dell’Ambrosiana.
Questo sarà solo l’inizio di un percorso celebrativo che nel periodo settembre-ottobre proseguirà con incontri sulla figura di San Carlo e del Cardinal Federico tenuti da don Alberto Rocca, dottore dell’Ambrosiana e direttore della classe di studi borromaici. La conclusione avverrà domenica 9 novembre, festa di San Carlo, con una concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Franco Giulio Brambilla.
L’iniziativa è organizzata dalla fondazione Onlus “Amici Della Rocca” insieme alla Parrocchia di Arona e con il coinvolgimento della Biblioteca Ambrosiana.
Ricordiamo che Federico Borromeo celebrò l’inizio dei lavori di edificazione del Sacro Monte di Arona nel 1614. L’impegno prioritario nell’esecuzione dei lavori era quello della costruzione della chiesa di San Carlo posta sulla sommità del monte e progettata come edificio a pianta centrale. Solo poche delle cappelle previste dal progetto furono edificate: oggi ne restano appena tre, eleganti nel loro stile classicheggiante, ma ormai prive dell’apparato decorativo di cui quasi nulla si conosce.
Purtroppo intervennero ben presto difficoltà di attuazione del progetto dovute ad una molteplicità di fattori tra i quali la peste “manzoniana” del 1629-31 e poi la morte del cardinal Borromeo (1631). Il progetto del Sacro Monte – la cui direzione era passata ai Conservatori della Biblioteca Ambrosiana – conobbe anni di difficoltà e le cappelle già realizzate incominciarono a decadere.
Il santuario trovò completamento solo nel 1725 con la costruzione del tetto. Oggi all’interno, sopra l’altare maggiore, troviamo una tela di Giulio Cesare Procaccini; dietro l’altare è stata collocata la ricostruzione della originale camera di San Carlo, ottenuta radunando gli arredi che si erano salvati dalla distruzione napoleonica della vicina Rocca Borromea.
Autore foto home: Amici della Rocca