Ottobre è mese di funghi, nella nostra zona sono molti i residenti e no che perlustrano prati e boschi alla ricerca di funghi. Molti di questi sono cittadini che vanno impreparati o male informati alla raccolta di questi preziosi frutti del sottobosco.

E’ di oggi la notizia di una bambina di soli due anni che, nel bergamasco, ha subito un avvelenamento da funghi. In Italia sono circa due centinaia i decessi per avvelenamento da funghi ogni anno, due o tremila avvelenamenti da ammanite (la variante più pericolosa) e sei/otto mila casi di intossicazione da altri funghi. I tg nazionali non hanno approfondito l’argomento dando norme o spiegando i comportamenti da tenere. Cerhiamo allora di dare delle dittre ai cercatori.

Norme di base per qualsiasi tipo di escursione sono evitare di inoltrarsi in zone sconosciute. La conoscenza dell’ambiente in cui andremo ad “avventurarci”, infatti, richiede una grande attenzione. Ecco perché è sempre consigliabile avvertire i nostri compagni di raccolta, delle zone che stiamo andando ad esplorare. La raccolta di funghi, è un’attività regolata sul piano normativo: conoscere il regolamento della Regione Piemonte in questo caso è fondamentale. Inoltre, prima di avventurarsi nei boschi, bisogna dotarsi di apposita autorizzazione.

Per contenere i funghi raccolti, non si devono utilizzare sacchetti in plastica, bensì contenitori rigidi ed areati, come i famosi cestini. Ciò eviterà un’eventuale fermentazione e consentirà la disseminazione delle spore. Relativamente agli strumenti utilizzati è determinante evitare l’uso di rastrelli che possano danneggiare l’humus del terreno. Mai tagliare i funghi alla base, né raccogliere funghi troppo giovani o troppo vecchi. Non staccare intenzionalmente i funghi, lasciandoli poi sul terreno (compresi quelli velenosi). Non bisogna mai raccogliere i funghi quando sono ancora piccoli: è meno facile capire di che tipo si tratta. I funghi sospetti non devono essere riposti nello stesso cesto in cui si trovano quelli sicuramente innocui.

Anche in cucina si può fare molto per limitare i malesseri dovuti al consumo sbagliato, è sempre bene mangiare i funghi entro le 48 ore dalla raccolta, inoltre vanno conservati in frigorifero. La cottura poi deve durare almeno 30 – 45 minuti, in alcuni casi la cottura elimina parte delle tossine e sicuramente rende il fungo più commestibile.

Infine, si ricorda che se non si è esperti, vale sempre la pena di far controllare quanto raccolto presso i Servizi di riconoscimento micologico, che sono attivi presso il servizio di Igiene pubblica di quasi tutte le Asl italiane. Il servizio è gratuito per tutti i cittadini. Grazie a questo semplice espediente, non si può correre alcun rischio di mettere un veleno dentro il piatto.

L’Ispettorato micologico più vicino alla zona del Vergante è l’Asl 11 di Arona, in via P.zza De Filippi 2, tel. 0322 516527/515: lunedì dalle 14.30 alle 15.30. Per maggiori informazioni: Funghi, istruzioni per l’uso

Qui un video tratto da una puntata del programma di RaiTre Geo & Geo che approfondisce l’argomento.

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