Un Palazzo dei Congressi gremito, quello che ha ospitato Domenico Quirico ed Ettore Mo nel pomeriggio di sabato 26 ottobre ad Arona. Alcuni spettatori, anzi, sono rimasti all’ingresso, per via della troppa folla, e hanno dovuto rinunciare ad assistere all’incontro. A organizzare l’evento L’Unitre di Arona in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e con il comune di Arona.
Tutti i presenti, all’inizio, hanno rispettato un minuto di silenzio in ricordo di Gian Franco Diaz, segretario dell’Unitre di Arona, recentemente scomparso. A moderare la discussione il giornalista Franco Filipetto. Molta la foga che ha animato le parole di Domenico Quirico, che, se fisicamente è in Italia da qualche mese, con il cuore e il pensiero rimane in Siria.” Da quando sono tornato sto facendo un grande errore per un giornalista, sto raccontando di me. La mia esperienza invece non è nulla rispetto alla tragedia di 120.000 siriani morti” ha detto l’inviato de La Stampa al pubblico. “Se questa guerra continua significa anche che noi giornalisti non abbiamo fatto bene il nostro lavoro e non siamo stati capaci di mobilitare l’opinione pubblica, come è accaduto in altre occasioni”.
Ettore Mo, dall’alto della sua decennale esperienza, ha invece esposto quelle che sono secondo lui le attuali problematiche dei reporter:” Oggi viviamo nel mondo della velocità, ma non è tutto. Per essere un buon reporter bisogna essere sul posto, vivere quel che si racconta”. A questa idea si è poi agganciato Quirico, contrario ai reportage costruiti sui racconti dei profughi. “Bisogna raccontare qualcosa che si è vissuto sulla propria pelle, avere onestà nei confronti delle persone di cui parli” ha aggiunto il reporter.
Ricordati nell’incontro anche altri giornalisti che hanno vissuto l’esperienza del sequestro, tra cui Giuliana Sgrena. “Ma i veri sequestrati” ha continuato Quirico ” sono stati mia moglie e i miei figli, senza la piccola vanità di poter raccontare l’esperienza con i ribelli”.
Al termine dell’incontro i due inviati di guerra sono stati omaggiati con alcuni libri dall’Unitre e dal sindaco Alberto Gusmeroli.