Alcune migliaia di visitatori hanno affollato Nebbiuno, sabato 22 e domenica 23 ottobre, in occasione dell’ormai sesta edizione della Sagra della Transumanza.

Ad organizzare l’evento tutte le associazioni nebbiunesi in collaborazione tra loro, con il patrocinio del comune, della provincia, della regione e del distretto turistico dei laghi. La festa va a ricordare uno degli eventi fondamentali della vita degli allevatori del secolo scorso, che all’inizio della primavera e a fine estate spostavano le mandrie dalla pianura agli alpeggi e viceversa. Oggi l’usanza rischia di cadere nel dimenticatoio, ma grazie alla sagra nebbiunese e ad alcune famiglie attaccate alle loro radici continua ad esistere, anzi diventa ghiotto spettacolo per il pubblico quest’anno quanto mai numeroso. Ad arricchire l’evento, come di consueto, pranzo e cena tipici, bancarelle di prodotti locali ma anche stand di associazioni del territorio e della scuola primaria di Nebbiuno, la fiera con gli animali da cascina, la possibilità di passeggiate a cavallo ed il circo per i bambini e la dimostrazione dal vivo della ferratura a caldo, della tosatura e della filatura della lana. Preziosa inoltre l’assistenza dell’ambulanza del Vergante con molti suoi volontari, che è dovuta intervenire a soccorrere alcune persone. Il “Sagittarius group” ha accompagnato la serata di sabato, mentre il gruppo folkloristico “Mottarone” di Sovazza e Armeno si è esibito domenica insieme ad altri gruppi itineranti. Ai più coraggiosi, inoltre, la sagra offriva la possibilità di un volo in elicottero per godere dall’alto dello spettacolo delle colline del Vergante nel cuore dell’autunno.

In concomitanza con la sagra, il comune di Nebbiuno ha inoltre organizzato un concorso fotografico in collaborazione con Foto club Arona. Ogni partecipante può concorrere con tre foto al massimo, entro il 30 novembre, riguardanti i seguenti temi: “animali al pascolo” e “vedute di Nebbiuno”. Il sindaco Elis Piaterra, così come gli organizzatori, sono stati piacevolmente sorpresi dall’afflusso di gente, non solo bambini ma anche adulti, indice dell’interesse che le tradizioni continuano a suscitare anche nell’era della tecnologia.

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